La scandalosa vicenda dello stralcio di 100.000 mq. di Parco Sud per edificare capannoni operato a meta’ giugno dall’assemblea dei Sindaci non puo’ restare confinata nel campo delle polemiche.E’ giusto sottolineare la responsabilita’ dei Sindaci che non hanno garantito la presenza al voto su un argomento cosi importante , di quelli che hanno votato per la cementificazione e di quelli che hanno agito con leggerezza; la responsabilita’ istituzionale non ammette ne’ assenze” strategiche” ,ne’ superficialita’
La vicenda ha dimostrato per l’ennesima volta come beni comuni e salvaguardia del territorio siano spesso ipocritamente sbandierati in campagna elettorale come specchietti per catturare voti di un elettorato sempre piu’ sensibile al saccheggio del territorio lombardo.Il vero ambientalismo non si millanta ne’ si improvvisa, ne’i veri ambientalisti possono nascondersi nelle pieghe “dem” perche’ vi sono questioni fondanti rispetto alle quali il piede in 2 scarpe non si riesce a ficcare.
>>E’ tempo ora di riparare gli errori compiuti, evitando il rimpiattino istituzionale e di schierarsi in modo chiaro: chi se ne frega del Parco confermi pure la sua posizione , i superficiali , i dormienti e, gli impreparati agiscano per schierarsi con coloro che vogliono davvero salvaguardare il Parco sud.
La proposta degli Ecologisti e Reti civiche della Lombardia e’ un tempestivo atto di compensazione: l’assemblea dei Sindaci individui immediatamente con adeguato atto amministrativo una pari estensione di territorio da inserire nei confini del Parco Sud a compensazione del territorio sacrificato al cemento .
Elisabetta Patelli
Ecologisti e Reti civiche della Lombardia