Nuove nubi si addensano sul Parco Nazionale dello Stelvio, dopo che era stato salvato in extremis dal Presidente Napolitano.Apprendiamo da le cronache della stampa locale (trentina e altoatesina) che nell’accordo elettorale tra Partito Democratico e SVP per le prossime elezioni politiche tra i punti fondamentali dell’intesa e’re inserita la la provincializzazione del Parco Nazionale dello Stelvio.
Il parco era stato gia’ merce di scambio nel 2010 tra il Governo Berlusconi e il partito di maggioranza relativa in Provincia di Bolzano, in occasione del famoso voto di fiducia del 14 dicembre 2010.Il 30 novembre 2010 la Commissione dei Dodici per volontà della SVP aveva approvato una norma di l’abrogazione dell’ente gestore del Parco e la sua divisione in tre parti, gestite in autonomia dalle Province di Trento, di Bolzano e dalla Regione Lombardia.Una norma immediatamente recepita dal Consiglio dei Ministri con apposito decreto nella seduta del 22 dicembre 2010. che avrebbe segnato la parola “fine'”a 75 anni di vita del più grande parco nazionale italiano, riducendo a spezzatino un elemento irrinunciabile del paesaggio naturale e culturale del Paese , tassello tessera fondamentale, del sistema nazionale delle aree naturali protette dell’arco alpino, innescando un pericoloso “effetto domino” anche per altri parchi nazionali.
Tale decisione fu duramente contestata dalle associazioni ambientaliste e il Presidente della Repubblica rinuncio’ ad apporre la firma al decreto .Oggi nuovamente il Parco diviene merce di scambio elettorale : in un accordo elettorale tra PD e SVP si garantisce la riproposizione della “rottamazione” del Parco e quindi il possibile effetto domino su altri parchi nazionali.
La costante azione di eliminazione degli ecologisti dallo scenario politico , tentata ad ogni livello, con annesse campagna di informazione sulla ” esaustivita’ “dei temi ambientali all’interno delle grandi coalizioni dimostra tutta la sua ipocrisia.
Per quanto osteggiati dalla coalizione ad ogni livello elettorale, riteniamo nostra precisa responsabilita’ accendere i riflettori dei candidati su un fatto cosi’ grave chiedendo ad Ambrosoli in qualita’ di candidato Presidente della Regione in coalizione col PD di intervenire sulla coalizione e sul Partito democratico a livello regionale e nazionale , affinchè venga fatto immediato retromarcia, considerato anche che la tutela della montagna e’ stato uno dei punti chiave dei tavoli programmatici del Patto Civico
Elisabetta Patelli