Il dopo Expo:urge un’ altenativa alla speculazione e al degrado

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E’ inquietante  la possibilita’   che  l’area ex-Expo finisca per  per diventare un nuovo monumento dell’archelogia postindustriale. Il degrado annunciato è un rischio più concreto dopo che  non è arrivata alcuna  offerta per l’acquisizione  a fine evento dell’area di un milione di metri cubi che ospiterà dal prossimo maggio l’esposizione universale.
Apparentemente non ci sono investitori interessati a  raccogliere l’eredità che l’esposizione universale lascerà. Il bando scaduto oggi era di 315,4 milioni di euro ed era stato bandito a metà agosto da Arexpo, la società che nel 2011 ha acquisito le aree per l’esposizione e che ha il compito nel post-evento di “accompagnare” la trasformazione dei terreni che hanno ospitato i padiglioni. Il fallimento del piano è evidente. Era prevista la vendita di un lotto unico, la cui parte edificabile, sul totale di 105 ettari, non avrebbe dovuto superare i 479mila mq, mentre il 54% dei terreni doveva essere destinato al parco tematico.
Ora-scenario ancor piu’ inquietante- si dovrà ricorrere a un piano B.  che intercetta l’interesse delle banche per appezzamenti minori tra i 20mila e i 50mila metri quadrati. Lo”spezzatino” rischia da una parte di permettere  interventi a macchia di leopardo al di fuori di un’inquadramento urbanistico generale coerente,e dall’altra di consentire che   gli offerenti si accaparrino solo le parti più prestigiose e con minori oneri sociali, lasciando fuori dal progetto parchi e opere di interesse collettivo(ad es. il 56% dell’area a verde pubblico).
La vera spada di Damocle, infatti, è il finanziamento delle banche che – salvo eventuali nuovi accordi da prendere nelle prossime settimane – potrebbero presto avanzare le loro pretese e diventare attori protagonisti del post-Expo. Infatti ad aprile 2017 Arexpo dovrà restituire alle banche (Intesa Sanpaolo, Banca Popolare di Sondrio, Veneto Banca, Credito Bergamasco, Banca Popolare di Milano, Banca Imi) una somma pari a 160milioni di euro. .
Non vorremmo  che , avendo sullo sfondo le prossime elezioni amministrative a Milano (primavera 2016, subito dopo la fine dell’Expo) ,  area e opere attraversino il limbo di passaggio di consegne ai nuovi amministratori comunali in precario equilibrio tra sciacallaggio e degrado.
E’ indispensabile istituire subito un task force degli  ambientalisti lombardi per disegnare un prospettiva concreta e sostenibile
Elisabetta Patelli e Aldo Guastafierro coportavoci Verdi della Lombardia
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